giovedì 17 luglio 2014

Il dolore cronico

Oggi ho deciso di scrivere un post un bel po' più personale dei precedenti, in quanto vivo da anni una realtà pesantissima e mi rendo conto di quanto poco si sappia in giro a riguardo del dolore cronico.

Da 4 anni, infatti, dopo aver estratto due denti del giudizio, ma in particolar modo, dopo l'estrazione del primo, ho sviluppato una forma terribile di dolore cronico.

All'inizio il dolore era una forma di nevralgia trigeminale atipica cui si è sommata nel tempo una componente locale: un dolore acuto e persistente negli alveoli sede di estrazione.

Non mi voglio dilungare su quanto è successo, sulle terapie del dolore affrontate, sulle centinaia di medici visti in tutta italia, la morfina presa, i farmaci assunti, gli errori medici che si sommavano, le diagnosi non scritte...

Quello sui cui OGGI voglio portare l'attenzione è che il dolore cronico è una morta lenta dell'individuo.
Lo stress che comporta un dolore presente 24 ore su 24, quando mangi, dormi, vai al cinema, fai sport, fai l'amore, piano piano ti consuma dentro.

E non ci sono antidepressivi che tengano.

Tu muori dentro giorno dopo giorno.

La cosa assurda è che le persone che ti stanno accanto, ma non sono vicine a te e non vivono dunque la tua lenta agonia, non percepiscono nulla di ciò che ti accade.

Del resto come potrebbero?
Io mi vesto con cura, mi trucco, vado in palestra e fingo una normalità che non c'è.
Cercando di sopravvivere.

Nessuno sa che a volte non riesco neppure a camminare.
Che la sera anche ora che è estate ho una borsa bollente dietro al collo.
Che non posso più masticare e avere una alimentazione normale.

E in tutto questo spesso ti senti anche dire "Ma su dai, mica hai il cancro di che ti lamenti?!"

Facendo presente che mia madre è morta di cancro e mio padre ha avuto il cancro, posso far notare che al cancro si sfugge in due modi:
1) Si guarisce
2) Si muore

Ambedue le ipotesi,per quanto l'ultima sia spaventosa, portano ad una risoluzione del problema.

Io non l'ho.
La mia scelta è cercare di vivere dignitosamente, barcamenandomi tra alti e bassi.
L'unica alternativa è togliermi la vita. Cosa per me inaccettabile.


Solo chi vive sulla sua pelle il dolore cronico, può realmente capire cosa si prova.

E non esistono neppure gruppi di supporto...ci sono per l'ansia, per il suicidio, per il lutto, per il cancro, ma NON per il dolore cronico.
Ad oggi il dolore cronico è una malattia che uccide in silenzio.

E' vergognoso e mi ribello!!!!!!
La mia malattia è invalidante e ho diritto che sia riconosciuta e che sia in qualche modo affrontata come realtà presente nella vita di molte persone.

Vivere con il dolore cronico, vuol dire alzarsi la mattina sapendo già di avere solo 80% di energie di una persona normale.
Sapere che a metà giornata, quando tutti hanno circa il 70% delle energie, tu stai al 30% e dovrai quindi scegliere se andare in palestra o cucinare o dormire.
Non potrai fare tutto perchè NON TI BASTERANNO le energie che hai.
Vivere con il dolore cronico è essere consapevoli che se farai una banale tinta ai capelli, per una settimana dovrai rimanere a letto perchè il collo non ce la farà a reggere il peso della testa.

Questo è il dolore cronico.
Questa è la mia vita con il dolore cronico.

E se sono ancora qui, viva a portare questa testimonianza, è perchè HO LE PALLE e ho una forza che molte persone non hanno: persone che si perdono alla prima difficoltà, al primo problema incontrato.
Seppur banale.

Sono caduta e cadrò ancora e forse un giorno non ce la farò nemmeno più a sopportare tutto questo, dovendo anche affrontare altri problemi gravi (che purtroppo tutti dobbiamo prima o poi affrontare, ma magari con una marcia in più che a me manca).
Ma al momento in qualche modo sono ancora in piedi.

Alla faccia di chi mi dice che non ho diritto di lamentarmi.
Che mi autocommisero.

Il dolore cronico è una patologia invalidante, grave che porta alla morte dell'individuo: combatterò affinchè questo sia riconosciuto.

4 commenti:

  1. "L'unica alternativa è togliermi la vita. Cosa per me inaccettabile."
    Anche perché vengo su a prenderti e ti riporto qua a carci ner culo.

    Per tutto il resto ti rispetto e ti ammiro.

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    1. Vieni giù nonno orso, vieni giù.
      Che se vai su finisci in svizzera ;P

      :*

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  2. Il mio abbraccio virtuale non serve a granché, ma te lo mando ugualmente. Continua a combattere, tieni duro. Suoneranno come le classiche banalitá, ma altro di piú sensato non saprei dire... nella speranza che la situazione si possa in qualche modo risolvere e che piú persone possibili si rendano conto di quanto sono fortunate. Grazie per aver condiviso i tuoi pensieri.

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    1. Grazie Andrea, per aver avuto voglia di leggere e...di capire.
      Che non è scontato.

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