giovedì 24 luglio 2014
La teoria dei cucchiai
Grazie. Per la semplicità e la forza.
Spero possiate anche un minimo capire come vive una persona non sana.
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La mia migliore amica ed io eravamo nella sala da pranzo (dell’università) a parlare. Come di consueto era molto tardi e stavamo mangiando patatine fritte con salsa. Come delle normali ragazze della nostra età passavamo un sacco di tempo nella sala da pranzo, mentre eravamo all’università, e la maggior parte del tempo lo passavamo a parlare di ragazzi, musica o cose banali, che sembravano molto importanti al momento. Non parlavamo mai di cose serie e si trascorreva la maggior parte del nostro tempo a ridere.
Mentre mi accingevo a prendere alcune delle mie medicine con uno snack, come facevo di solito, lei mi ha fissato in modo imbarazzante invece di continuare la conversazione. Poi mi ha chiesto, tutto d’un tratto, come ci si sentiva ad avere il Lupus e ad essere malati. E’ stato sconvolgente, non solo per la domanda, ma anche perché pensavo lei sapesse tutto ciò che c’era da sapere sul Lupus. Era venuta dai medici con me, mi aveva visto camminare con il bastone e vomitare in bagno. Mi aveva visto piangere dal dolore, che cosa c’era da sapere in più?
Ho iniziato a rispondere in modo vago parlando di pillole, dolori, mali, ma lei continuava e non sembrava soddisfatta delle mie risposte. Sono rimasta un po’ sorpresa: come mia compagna di stanza al college e amica da anni, pensavo che già conoscesse la definizione medica di Lupus. Poi mi guardò con una faccia che ogni malato conosce bene, il volto della pura curiosità su qualcosa che nessuna persona sana può veramente capire. Mi ha chiesto che cosa si sentiva, non fisicamente, ma quello che sentivo ad essere me, ad essere malata.
Mentre cercavo di rimanere composta, mi guardavo attorno per un aiuto, o una guida, o almeno per guadagnare un po’ di tempo per pensare. Cercavo di trovare le parole giuste. Come facevo a rispondere a una domanda a cui non ero mai riuscita a trovare la risposta per me stessa? Come facevo a spiegare ogni dettaglio di ogni giorno trascorso da malato, trasmettere con chiarezza le emozioni che una persona malata prova. Avrei potuto rinunciare, cavarmela con una battuta come di solito avevo già fatto e cambiare discorso, ma ricordo che ho pensato: se non provo a spiegare tutto ciò, come posso poi aspettarmi che lei capisca. Se non riesco a spiegare questo alla mia migliore amica, come posso spiegare il mio mondo a chiunque altro?
Dovevo almeno tentare, ed è in quel momento che nacque la teoria del cucchiaio.
Rapidamente presi ogni cucchiaio che c’era sul tavolo e ne presi altri che erano su altri tavoli. La guardai negli occhi, le diedi i cucchiai e le dissi: “OK, tu hai il Lupus” .Lei mi guardò un po’ confusa come chiunque avrebbe fatto vedendosi consegnare un mazzo di cucchiai. I freddi cucchiai di metallo risuonarono nelle mie mani quando li raggruppai insieme e li misi nelle sue mani.
Le spiegai che la differenza tra essere malato ed essere sano è di dover fare delle scelte e pensare in maniera consapevole a cose cui il resto del mondo non deve pensare.
I sani hanno il lusso di una vita senza certe scelte, un dono che la maggior parte della gente dà per scontato.
La maggior parte delle persone iniziano la giornata con un numero illimitato di possibilità e l’energia per fare ciò che desiderano, in particolare i giovani. Non devono preoccuparsi degli effetti delle loro azioni. Così, per la mia spiegazione, usai i cucchiai per farle capire questo punto. Volevo qualcosa che lei potesse possedere, avere in maniera concreta, per avere poi la possibilità di toglierglielo, in quanto la maggior parte delle persone che si ammalano sentono la “perdita” di una vita che una volta avevano conosciuto. Se fossi stata in grado di toglierle i cucchiai, poi lei avrebbe capito come ci si sente quando qualcuno, o qualcosa, in questo caso il Lupus, ha il controllo di te.
Afferrò i cucchiai con entusiasmo, non capiva esattamente cosa stessi facendo ma, siccome è sempre pronta per qualcosa di divertente, penso si aspettasse che le stessi facendo una sorta di scherzo o qualcosa del genere, visto che così faccio quando parliamo di argomenti delicati. Non sapeva quanto io invece facessi seriamente.
Le chiesi di contare i cucchiai. Mi chiese perché, e le dissi che quando si è sani ci si aspetta di avere una infinita quantità di “cucchiai”. Ma quando,come ora, devi programmare il tuo giorno, è necessario sapere esattamente con quanti “cucchiai” si inizia la giornata. Questo non garantisce che non se ne potrebbero perdere alcuni lungo la strada, ma almeno aiuta a sapere da dove stai partendo. Contò 12 cucchiai. Rise. Mi disse che ne voleva di più.Le dissi di no e, quando mi guardò con disappunto, sapevo che questo piccolo gioco avrebbe funzionato, e non avevamo ancora iniziato.Io ho voluto più “cucchiai” per anni e non ho ancora trovato un modo per ottenerne di più, perché avrei dovuto dargliene di più? Le dissi anche di essere sempre consapevole di quanti ne aveva, e di non perderli, perché non può mai scordarsi che ha il Lupus.
Le ho chiesto di elencare tutte le cose che fa durante il giorno, comprese le più semplici. Come ha iniziato a elencarmi per esempio le faccende domestiche, o semplicemente cose divertenti da fare; le ho spiegato come ciascuna le sarebbe costata un cucchiaio. Quando ad esempio, come prima cosa del mattino, ha iniziato a prepararsi per andare al lavoro, l’ho fermata e le ho tolto un cucchiaio. Le sono praticamente saltata addosso e le ho detto: “No! Non puoi semplicemente alzarti!Devi aprire gli occhi e renderti conto che sei in ritardo. La notte prima hai dormito male. Devi scendere lentamente dal letto, e poi devi prepararti qualcosa da mangiare prima di poter fare qualsiasi altra cosa, perché se non mangi poi non puoi prendere le medicine, e se non prendi le medicine potresti anche dover rinunciare a tutti i tuoi cucchiai di oggi e anche di domani “.
Le ho subito preso un cucchiaio e ha realizzato che non si era ancora vestita. Fare la doccia le è costato un altro cucchiaio, semplicemente per lavarsi i capelli e depilarsi le gambe. Avere alti e bassi così presto al mattino potrebbe costare anche più di un cucchiaio, ma ho pensato di darle una pausa, non ho voluto spaventarla troppo. Per vestirsi è servito un altro cucchiaio. L’ho fermata e le ho fatto smettere ogni cosa, facendola riflettere su come dovesse fare attenzione ad ogni piccolo dettaglio. Non si può semplicemente mettersi i primi vestiti che ti capitano quando si è ammalati. Le ho spiegato che io devo vedere quali sono i vestiti che posso mettere fisicamente quel giorno, se le mani mi fanno male quel giorno, di vestiti con i bottoni non se ne parla neanche. Se ho dei lividi quel giorno, ho bisogno di indossare maniche lunghe, e se ho la febbre ho bisogno di un maglione per stare calda, e così via. Se i capelli cadono ho bisogno di dedicargli più tempo per essere presentabile, e poi hai bisogno di 5 minuti perché ti senti male che ti sono servite 2 ore per fare tutto questo.
Credo che stesse iniziando a capire: non era neanche arrivata al lavoro che le erano rimasti solo 6 cucchiai. Le ho poi spiegato che aveva bisogno di scegliere cosa fare nel resto della giornata con saggezza, dal momento che quando i “cucchiai” sono andati, sono andati. A volte puoi prendere in prestito “cucchiai” dal domani, ma pensa a come sarà difficile domani con meno “cucchiai”.
Ho anche avuto bisogno di spiegarle che una persona che è malata vive sempre con l’incombente pensiero che domani può essere il giorno che ti viene un raffreddore o una infezione, o un qualsiasi numero di cose che potrebbero essere molto pericolose.
Quindi non vuoi rimanere con pochi “cucchiai”, perché non si sa mai quando ne avrai veramente bisogno. Non volevo deprimerla, ma avevo bisogno di essere realista, e purtroppo essere preparati per il peggio è parte di ogni mio vero e proprio giorno.
Abbiamo analizzato il resto della giornata, e lentamente ha appreso che saltare il pranzo le sarebbe costato un cucchiaio, come pure stare in piedi sul treno, o anche scrivere troppo a lungo al computer. E’ stata costretta a fare delle scelte e di pensare le cose in modo diverso. Ha dovuto scegliere di non eseguire commissioni, in modo da poter essere in grado di cenare.
Quando siamo arrivati alla fine della sua ipotetica giornata, ha detto che aveva fame. Le dissi che doveva cenare, ma anche che le era rimasto solo un cucchiaio . Se avesse cucinato, non avrebbe avuto abbastanza energie per lavare i piatti e le pentole. Se fosse andata fuori a cena, sarebbe potuta essere troppo stanca per guidare in sicurezza fino a casa. Poi le ho anche spiegato che non avevo aggiunto a questo gioco che alla fine della giornata era così stanca e con senso di nausea che di cucinare non se ne parlava neanche. Così ha deciso di farsi una zuppa, è stato facile. Ho poi detto: sono solo le 7, hai il resto della serata, e probabilmente ti è rimasto un cucchiaio, così puoi fare qualcosa di divertente, o pulire l’appartamento, o fare altre faccende, ma non puoi fare tutto.
Raramente l’avevo vista emozionata, così quando l’ho vista turbata sapevo che forse stavo toccando qualcosa dentro di lei. Io non volevo che la mia amica fosse sconvolta, ma allo stesso tempo ero felice di pensare che finalmente, forse, qualcuno mi aveva un po’ capito. Aveva le lacrime agli occhi, mi ha chiesto a bassa voce “Christine, come riesci a farlo? Veramente fai questo ogni giorno?” Ho spiegato che alcuni giorni erano peggio di altri, altri giorni avevo più cucchiai. Ma non potrò mai farlo andare via e non posso mai dimenticarmi di lui(Lupus), devo sempre pensarci. Le ho allungato un cucchiaio che avevo tenuto come riserva. Le ho detto semplicemente: “Ho imparato a vivere la vita con un cucchiaio in più in tasca, come riserva. È necessario essere sempre pronti”.
E’ dura, la cosa più difficile che ho dovuto imparare è di dovere rallentare, e non fare tutto. Lotto per questo ogni giorno. Odio questa sensazione di dover scegliere di stare a casa, o di non fare le cose che vorrei fare. Volevo che sentisse quella frustrazione.
Volevo che capisse, che tutto quello che ogni persona fa in modo assolutamente facile, per me sono cento piccoli lavori in uno. Devo pensare a che tempo fa, se quel giorno ho la febbre, e pianificare tutta la giornata prima di iniziare a fare una cosa.
Quando le altre persone semplicemente fanno le cose, io devo come attaccarle, e fare un piano come se dovessi preparare una strategia di guerra. E’ in questo stile di vita, in questo modo di vivere la vita, la differenza tra essere malati ed essere sani. E’ la bellezza di avere l’abilità semplicemente di non dover pensare, di fare e basta.
Mi manca quella libertà.
Mi manca il non dover mai contare i “cucchiai”.
Dopo esserci entrambe emozionate ed aver parlato di tutto questo ancora un po’, ho sentito che era triste. Forse aveva finalmente capito. Forse aveva solo realizzato che lei non poteva veramente capire. Ma almeno adesso non si sarebbe lamentata così tanto quando alcune sere non posso andare fuori a cena, o quando non riesco ad andare a prenderla a casa e deve sempre essere lei a venire in macchina a casa mia. L’ho abbracciata quando siamo usciti dalla sala pranzo. Avevo quel cucchiaio in mano e le ho detto “Non ti preoccupare. Io vedo questo come una benedizione. Sono stata costretta a pensare a tutto ciò che faccio Sai quanti cucchiai le persone sprecano ogni giorno? Io non posso permettermi di perdere tempo, o sprecare “cucchiai”, e ho scelto di trascorrere questo tempo con te”.
Da quella notte ho usato la teoria del cucchiaio per spiegare la mia vita a molte persone. Infatti la mia famiglia e i miei amici parlano di cucchiai per tutto il tempo. E’ una parola in codice per quello che posso e non posso fare. Una volta che la gente capisce la teoria del cucchiaio, sembra capire meglio anche me, ma penso anche che poi vivono la loro vita in modo un po’ diverso. Credo che questa teoria non sia valida solo per comprendere il Lupus, ma per capire chiunque abbia una malattia o una disabilità. Spero che le persone non diano per scontate tutte queste cose, e la stessa loro vita in generale. Io do’ un pezzo di me, nel vero senso della parola, quando faccio qualsiasi cosa. E’ diventato come un gioco dentro di me. Sono diventata famosa per dire alla gente, scherzosamente, che dovrebbero sentirsi speciali quando passo del tempo con loro, perché hanno uno dei miei “cucchiai”.
giovedì 17 luglio 2014
Il dolore cronico
Da 4 anni, infatti, dopo aver estratto due denti del giudizio, ma in particolar modo, dopo l'estrazione del primo, ho sviluppato una forma terribile di dolore cronico.
All'inizio il dolore era una forma di nevralgia trigeminale atipica cui si è sommata nel tempo una componente locale: un dolore acuto e persistente negli alveoli sede di estrazione.
Non mi voglio dilungare su quanto è successo, sulle terapie del dolore affrontate, sulle centinaia di medici visti in tutta italia, la morfina presa, i farmaci assunti, gli errori medici che si sommavano, le diagnosi non scritte...
Quello sui cui OGGI voglio portare l'attenzione è che il dolore cronico è una morta lenta dell'individuo.
Lo stress che comporta un dolore presente 24 ore su 24, quando mangi, dormi, vai al cinema, fai sport, fai l'amore, piano piano ti consuma dentro.
E non ci sono antidepressivi che tengano.
Tu muori dentro giorno dopo giorno.
La cosa assurda è che le persone che ti stanno accanto, ma non sono vicine a te e non vivono dunque la tua lenta agonia, non percepiscono nulla di ciò che ti accade.
Del resto come potrebbero?
Io mi vesto con cura, mi trucco, vado in palestra e fingo una normalità che non c'è.
Cercando di sopravvivere.
Nessuno sa che a volte non riesco neppure a camminare.
Che la sera anche ora che è estate ho una borsa bollente dietro al collo.
Che non posso più masticare e avere una alimentazione normale.
E in tutto questo spesso ti senti anche dire "Ma su dai, mica hai il cancro di che ti lamenti?!"
Facendo presente che mia madre è morta di cancro e mio padre ha avuto il cancro, posso far notare che al cancro si sfugge in due modi:
1) Si guarisce
2) Si muore
Ambedue le ipotesi,per quanto l'ultima sia spaventosa, portano ad una risoluzione del problema.
Io non l'ho.
La mia scelta è cercare di vivere dignitosamente, barcamenandomi tra alti e bassi.
L'unica alternativa è togliermi la vita. Cosa per me inaccettabile.
Solo chi vive sulla sua pelle il dolore cronico, può realmente capire cosa si prova.
E non esistono neppure gruppi di supporto...ci sono per l'ansia, per il suicidio, per il lutto, per il cancro, ma NON per il dolore cronico.
Ad oggi il dolore cronico è una malattia che uccide in silenzio.
E' vergognoso e mi ribello!!!!!!
La mia malattia è invalidante e ho diritto che sia riconosciuta e che sia in qualche modo affrontata come realtà presente nella vita di molte persone.
Vivere con il dolore cronico, vuol dire alzarsi la mattina sapendo già di avere solo 80% di energie di una persona normale.
Sapere che a metà giornata, quando tutti hanno circa il 70% delle energie, tu stai al 30% e dovrai quindi scegliere se andare in palestra o cucinare o dormire.
Non potrai fare tutto perchè NON TI BASTERANNO le energie che hai.
Vivere con il dolore cronico è essere consapevoli che se farai una banale tinta ai capelli, per una settimana dovrai rimanere a letto perchè il collo non ce la farà a reggere il peso della testa.
Questo è il dolore cronico.
Questa è la mia vita con il dolore cronico.
E se sono ancora qui, viva a portare questa testimonianza, è perchè HO LE PALLE e ho una forza che molte persone non hanno: persone che si perdono alla prima difficoltà, al primo problema incontrato.
Seppur banale.
Sono caduta e cadrò ancora e forse un giorno non ce la farò nemmeno più a sopportare tutto questo, dovendo anche affrontare altri problemi gravi (che purtroppo tutti dobbiamo prima o poi affrontare, ma magari con una marcia in più che a me manca).
Ma al momento in qualche modo sono ancora in piedi.
Alla faccia di chi mi dice che non ho diritto di lamentarmi.
Che mi autocommisero.
Il dolore cronico è una patologia invalidante, grave che porta alla morte dell'individuo: combatterò affinchè questo sia riconosciuto.
giovedì 10 luglio 2014
Balsamo arricchito capelli sani
Quanti balsami in commercio ci sono?
Una infinità...non si sa mai quale scegliere dato che sono tutti così diversi tra loro.
Quello che nessuno sa o che comunque molti non hanno l'accortezza di verificare, è che la maggior parte dei balsami contiene: tensioattivi, parabeni, siliconi e tutta una serie di schifezze che FANNO MALE e DANNEGGIANO il capello.
Sostanzialmente invece di curarlo e nutrirlo, lo rovinate.
Un balsamo siffatto, infatti, al momento dà un effetto visivamente gradevole, magari il capelli risulta districato e condizionato.
Ma alla lunga è deletrio e sfibra il capello, anche se sopra leggete che è "contro le doppie punte, "per capelli fini e danneggiati" etc.
Tutte favole.
Volete un balsamo buono?
Fatelo voi in due mosse.
Comprate un balsamo ecobio: ottimo rapporto qualità prezzo il balsamo o la cremia omia.
Potete sceglierlo all'argan o all'aloe, alla macadamia o ai semi di lino.
A questo punto mettete in una ciotola un cucchiao o due di crema o di balsamo (dipende da quanto sobno lunghi i capelli) e aggiungete un cucchiaino abbondante di Olio di Mandorle dolci (se avete le punte molto secche) o di Germe di Grano (se volete nutrire i capelli).
Mescolate bene e applicate su tutte le lunghezze.
Evitate la cute se non volete ingrassare troppo i capelli.
Tenete in posa per 15 minuti e se avete tempo, avvolgete i capelli nella pellicola e scaldate con il phon (non fate sciogliere la plastica!).
In questo modo il balsamo penetrerà nel capello e l'olio curerà la fibra capillare .
Risciacquate accuratamente e come ultimo sciacquo usate mezzo litro di acqua e un dito di aceto di mele (se lo avete, aggiungete un olio essenziale a vostra scelta per profumare).
Avrete capelli morbidi e bellissimi, senza spendere una fortuna ma soprattutto con la garanzia di fare qualcosa di concreto per la loro bellezza!
lunedì 7 luglio 2014
Fagiolini alla finta besciamella
Non vi va di cucinare ma vorreste comunque servire in tavola qualcosa di saporito?
Oppure, come me, vi serviva qualcosa da portare a pranzo in ufficio?
Beh, in ogni caso, ecco una ricetta velocissima che farà inorridire gli chef di tutto il mondo :-D
Premetto come sempre che io uso latte di soia e farine integrali, nonchè margarina/olio EVO perchè ho problemi di salute.
Ma voi potete usare ingrendienti "normali" :-)
Prendete una scatola da 800gr di fagiolini lessati (o alternativamente lessate mezzo kg di fagiolini).
Scolate l'acqua di conservazione.
Mettete un pezzetto di burro (una fetta spessa un dito) in una pentola e fatelo sciogliere a fuoco lento.
Aggiungete di colpo i fagiolini, unendo tre cucchiai rasi di farina e latte qb (direi mezzo bicchiere).
Regolate di sale e mescolate senza rompere i fagiolini, finchè non si formerà una bella crema densa (circa 2-3 minuti).
Servite e GNAM ;-)
giovedì 3 luglio 2014
Crema corpo al cioccolato effetto abbronzante
lunedì 23 giugno 2014
I miracoli della natura
Questo marzo nella vasca centrale in balcone ho trovato varie cose tra cui menta e una varietà di rosmarino diversa da quella che ho io.
Inoltre, era pieno di foglie simili alle fragole...solo che fragole non ne facevano ed in più stavano via via "infestando" tutta la vasca.
Così ho preso e buttato tutto.
La sera, dispiaciuta per il gesto frettoloso, ho recuperato un ciccetto dalla pattumiera e l'ho infilato un vaso minuscolo...neppure dieci cm di diametro.
La pianta è restata lì, senza far nulla.
Per 3 mesi.
In questi giorni, in quel poco spazio concessole ha all'improvviso buttato dei rami rampicanti.
Oggi sono andata a guardare e...è una varietà di fragoline di bosco!!!
Ho buttato una marea di piante spontanee di fragoline!!!
Per fortuna mi ha salvata la curiosità...e così oggi ho trovato una fragolina tutta per me :)
Attendo esiti da altra pianta sconosciuta :)
domenica 22 giugno 2014
Pasta fredda al pesto di basilico e pistacchio


mercoledì 18 giugno 2014
I casi del destino
Il destino ha voluto che mi trovassi sulla Tiburtina, per strada, sotto la pioggia e a bordo strada lei:
Una tricolore melange stupenda.
Bagnata, tremante, impaurita, ma dolcissima.
L'ho infilata nella borsa e me la sono portata in ospedale.
Mentre attendevo la guardavo e 'visitavo': era sanissima.
Già svezzata (sui 45-50 giorni), occhi puliti senza segni di rinotracheite, pancino sgonfio, pelo morbido (a parte lo sporco dovuto al fango e cemento).
Si è addormentata in mano così...facendo piccole fusa leggere.
Questo dono del cielo in un giorno brutto.
Brutto in tutti i sensi.
E ha trovato subito una mamma.
Ora è a casa, al caldo e al sicuro.
Se non avessi preso la visita quel giorno, se avessi preso un appuntamento con la USL a novembre, se non avessi dovuto percorrere la tiburtina...lei ora sarebbe morta.
Il destino di solito è davvero ingrato, ma questa volta è stato un dono del cielo.
Ciao piccola Melania (nel mio cuore rimarrai battezzata così), sii felice.
sabato 14 giugno 2014
Olio di Vatika
E' un olio particolare, che non contiene schiezze come petrolati, parabeni, siliconi o altro e che è da utilizzare sui capelli.
L'olio di Vatika.
Questo olio è un toccasana per i capelli.
Può essere usato come impacco pre-shampoo o come nutritivo notturno per le punte.
La forza di questo olio risiede nel fatto che è un olio di cocco arricchito con hennè, amla e limone.
L'hennè crea una patina che va a rivestire e proteggere il capello, proteggendolo dall'ossidazione, dal phon e daglia ttacchi esterni.
La polvere di AMLA rafforza le radici del capello, ne migliora lo spessore, promuove la crescita e riduce la perdita di capelli (per utilizzare la forza dell'amla, consiglio di applicare l'olio su tuttoil capello, non solo sulla radice)
La presenza di polvere di limone permette una azione astringente seboregolatrice naturale.
La boccetta di olio ha un costo che varia dalle 4 alle 7 sterline (150ml-300ml).
Non è pochissimo, ma obiettivamente fa usato a piccolissime dosi, quindi è un acquisto che vi consiglio di fare se volete migliorare la salute del vostro capello :-)
venerdì 13 giugno 2014
Omisan Prodotti Farmaceutici per Occhi delicati
giovedì 12 giugno 2014
Un fresco piatto unico
200 Gr salmone
Mezzo cespo iceberg (circa 250gr)
Due cucchiai di maionese
Due cucchiaini di ketchup
8 olive dolci grandi.
Ho diviso in due piatti.
Ho miscelato la maionese con il ketchup ottenendo una maionese rosè (se preferite, mettete più ketchup per fare una salsa rosa) e ho diviso nei due piatti.
Ho mescolato per condire bene le foglie e ho disteso fette di salmone sui piatti
Ho guarnito con 4 olive a piatto e...buon appetito in questo caldo giugno !
martedì 10 giugno 2014
Carciofi ripieni

lunedì 9 giugno 2014
Duck Fresh Stickers

domenica 8 giugno 2014
ALOO MATAR
4/5 patate
Una scatola di piselli lessati (o 300gr di piselli freschi/congelati)
1 cipolla
spezie: 1 cucchiaino di zenzero in polvere, 1/2 cucchiaino peperoncino in polvere, 1/2 cucchiaino semi di cumino, 1/2 cucchiaino curcuma, 1 cucchiaino di curry in polvere
In padella mettete un filo d'olio e aggiungiete la cipolla insieme alle spezie.
sabato 7 giugno 2014
Henné tintura ricostituente
E non mi sono mai pentita.
I capelli, infatti, sono diventati forti e sani e soprattutto ora sono lunghi fino alla vita in quanto hanno ripreso a crescere in fretta.
Ho consigliato questa tintura ricostituente (ricordiamoci che l'hennè non consuma il capello, ma al contrario lo proteggere e ristruttura) anche ad alcune amiche , che ora sono entusiaste come me.
Vorrei quindi passarvi la mia ricetta supercollaudata con una premessa.
Gli hennè esistono SOLO DI TRE COLORI: rosso, nero e neutro.
Quello neutro viene usato come maschera fortificante, mentre gli altri due possono essere utilizzati anche in combinazione tra loro per ottenere un colore che vada dal castano al rosso e poi al nero.
Tutto ovviamente dipende dalla vostra base naturale.
Su una persona bionda, si potrà ottenere ad esempio un bel rosso rame.
Su una castana scura come me, un rosso mogano scuro, brillantissimo al sole.
FATE ATTENZIONE: non comprate hennè di colori diversi, NON SONO veri hennè.
E soprattutto evitate i picramati.
Se l'hennè contiene picramati, poi inevitabilmente interagirà con la tinte chimiche e il colore ottenuto nonsarà prevedibile.
Il bello degli hennè naturali senza picramati infatti, è che potete fare oggi l'hennèe dmani, se non vi piace il risultato, potete subito fare una tinta chimica.
Passiamo ora alla ricetta che uso io...la mia è particolare.
Considerate che potete anche semplificare tutto, mescolare la polvere all'acqua e mettere in testa dopo un'oretta.
Io però procedo in modo tale da amplificare il rosso.
Per i miei capelli che sono quasi fino alla vita mi occorrono:
Hennè lawsonia (rosso) 150gr
400 gr di yogurth bianco senza zucchero
Gocce essenziali di lavanda, rosmarino e limone
Olio di oliva un cucchiaio
Due cucchiai di miele
Kardadè due bustine
Due cucchiai di ortica
Preparare un decotto di ortica con 500ml di acqua facendo sobbolire le foglie per 20 minuti.
Spegnere e aggiungere il karkadè.
Lasciar riposare una mezz'oretta e filtrare.
Mettere in una terrina di PLASTICA l'hennè e aggiungere 200ml di acqua e 200gr di yogurth.
Mescolare con un cucchiao di plastica o di legno.
Se l'hennè, come probabile, è ancora troppo denso, continuare ad alternare acqua e yogurth fino ad ottenere una crema liscia, senza grumi ma NON colante.
Deve essere densa.
Aggiungere il miele, una decina di gocce di olio essenziale e l'olio.
Mescolare ancora.
Mettere a surgelare almeno 24 ore.
Lavate i capelli ed asciugateli(anche la sera prima)
Scongelare a temperatura ambiente l'hennè.
Applicate con le mani guantate direttamente sui capelli, avendo cura di coprire bene le punte.
Non riuscite a pettinarli, quindi fatelo prima!!!!
Per proteggere il viso, potete usare una crema idratante che applicherete vicino (ma non sopra) i capelli e sulle orecchie.
Arrotolate i capelli sulla sommità del capo e coprite tutto con una pellicola trasparente.
Tenete almeno 2 ore e mezza.
L'ideale sarebbe una notte ma a me non riesce.
Sciacquate benissimo l'hennè con acqua facendo andare via l'eccedenza di colore (ci vorranno 10 minuti circa).
A questo punto prendete un buon balsamo (per es. OMIA) o uno decente (splendor, 200ml, non contiene troppe schifezze dentro) e mescolatelo a due cucchiai di zucchero.
Massaggiate bene la cute con il balsamo, facendo un leggero scrub per 5 minuti.
Coprite e massaggiate anche le lunghezze.
Poi sciacquate bene e come ultimo risciacquo usate una bottiglia da mezzo litro di acqua con dentro un dito di aceto di mele (e se volete due o tre gocce di olio essenziale) oppure un cucchiaino di acido citrico (in farmacia) o ancora succo di limone.
L'acidità aiuterà a rendere lucidi i capelli ed a chiudere le punte sigillate dall'hennè.
Asciugate e poi, alla fine, passate sulle punte un goccetto di olio di cocco o di vatika.
L'ideale è ripetere l'hennè quanto più possibile.
Conosco persone che lo fanno addirittura tutte le settimane ed i capelli sono grossi e sanissimi.
Io lo faccio ogni due mesi, perchè non riesco a trovare tempo per dedicarmici.
Se doveste partire per il mare, vi suggerisco di fare l'hennè un paio di volte in un mese, in modo da partire con il capello titalmente ristrutturato e protetto dall'hennè.
:-)
venerdì 6 giugno 2014
Pollo al latte di cocco e curry
Questo piatto fa per voi.
Prendete per due persone:
1 lattina latte cocco
500gr fesa di tacchino o di petto di pollo
Sale qb
Un cucchiao e mezzo di curry
Un pezzetto di radice di zenzero fresco
200gr di riso jasmine (alla peggio, basmati)
E procediamo.
Dunque, ho marinato il pollo in una lattina di latte di cocco.
(sono partita da un petto intero che ho tagliato in bocconcini grossetti)
Poi l'ho levato e passato nella farina integrale (non posso mangiare farina bianca).
La farina di riso sarebbe stata perfetta, ma non l'ho trovata in ben 5 supermercati.
Dopo ciò, ho fatto soffriggere un angolo di cipolla, un aglio spremuto e una grattata abbondante di zenzero fresco.
Ho poi messo dentro i tocchi di pollo.
Mentre il pollo cuoceva, ho regolato di sale ed intanto ho aggiunto un bel cucchiaio abbondante di curry al latte di cocco.
Ho anche lessato il riso jasmine (favoloso) e l'ho messo in pirottini (quelli per fare tortini dal cuore morbido) per dare la forma.
A cottura del pollo ho aggiunto il latte e curry e fatto addensare.
Ho servito il pollo con accanto un pirottino di riso.
giovedì 5 giugno 2014
Proteggere i capelli con l'olio di cocco
In questo blog mi propongo di mostravi le proprietà principali di moltissimi oli.
Quello che è utile sapere, infatti, è che molti oli contengono ottimi fattori solari protettivi.
Buoni filtri naturali sono l’olio di germe di grano e l’olio di sesamo, che filtrano circa il 55% dei raggi UVB.
Seguono poi l’olio di oliva e di cocco (26%) e l’olio di vinaccioli e di ricino (19%).
Per quanto riguarda l'olio di sesamo, potrete facilmente reperirlo nel reparto bio di carrefour (olio edibile).
L'olio di ricino di trova in farmacia.
L'olio di vinaccioli è un pochino più raro da trovare (ma se cercate su siti come aromazone o dragonspices lo trovate).
Per iniziare il vostro percorso negli oli in modo semplice e veloce, però, vi propongo di armarvi subito di olio di cocco.
L'olio PURO di cocco si trova un po' ovunque, ma mi raccomando: deve essere senza profumo nè altri tipi di aggiunte.
Al massimo potete consentire che sia ggiunto un olio essenziale oppure il tocoferolo che altro non è che vitamina E.
L'olio di cocco si presenta SOLIDO d'inverno e liquido d'estate e non ha alcuna profumazione (non sa davvero di nulla).
Dimenticate quei buoni odorini di cocco, sono aromi artificiali, l'olio è inodore.
L'olio di cocco unge molto meno degli altri oli, ma protegge moltissimo dal sole e dagli attacchi esterni (acqua di mare e cloro).
Ogni qualvolta dobbiate dunque esporvi al sole oppure fare un bagno nel mare o in piscina, ungete bene le lunghezze e le punte.
Non preoccupatevi per l'unto, basterà un semplice shampoo a portare via l'olio in eccesso.
mercoledì 4 giugno 2014
Una cenetta veg per due

martedì 3 giugno 2014
Struccarsi in modo naturale
Lo struccante che vi propongo è adatto anche al trucco waterproof ed è testato anche su un trucco abbastanza pesante.
Prendete acqua di rose pura:
Imbevete un dischetto occhi e passatelo su tutto il viso.
Una parte del trucco verrà subito via.
A questo punto, sul lato ancora pulito del dischetto, versate dell'olio di cocco puro (se solito, prendetene una mezza nocciola).
Se volete, potete aggiungere per idratare e per avere una azione antibatterica (se per se. avete brufoli) e cicatrizzante , una goccia di olio di neem
lunedì 2 giugno 2014
Torta di nocciole e cioccolato fondente
Volendo portare un dolce che potessi mangiare anche io (unitamente ad una sigh ottima bonarda sigh che non posso più bere), ho inventato una torta.
Il risultato è stato gustoso e ve la voglio riproporre.
Ingredienti:
3 uova intere
400 gr farina integrale
100 gr di nocciole tostate
100gr di cioccolato fondente 70%
un bicchiere e mezzo di latte di riso
una bustina di lievito per un impasto di 800-1000kg (due bustine se è per un impasto più piccolo)
Un bicchiere di olio extra vergine
Zucchero semolato un cucchiao
Un cucchiaino di cannella in polvere
65 gr di fruttosio
20 gocce di stevia
Tritare non troppo finemente le nocciole e il cioccolato.
Unirli alla farina, alle 3 uova intere, ad un bicchiere di latte di riso, aggiungendo il fruttosio e la stevia ed infine l'olio.
Stemperare il lievito nel mezzo bicchiere di latte di riso e unirlo al composto.
Mescolare fino ad avere un impasto compattop ma che scivoli a nastro.
Oliare una tortiera da 24cm, infarinarla eliminando l'eccedenza di farina e versare l'impasto, battendo bene in modo che la torta sia tutta pari.
Infornare a 180 gradi in forno ventilato per circa 40.45 minuti (fate la prova stecchino).
Spolverare con zucchero a velo al profumo di cannella, ottenuto frullando lo zucchero e la cannella.
Ecco a voi il risultato:
domenica 1 giugno 2014
Sapone di Marsiglia contro la cocciniglia
Ecco come si presenta la cocciniglia (cotonosa):
E' um insetto di dimensioni molto ridotte e misura normalmente pochi millimetri, ma in poco tempo può massacrare letteralmente le vostre piante.
Ma vediamo come intervenire in modo biologico ed ecosostenile.
Grattuggiate 150 g di sapone di marsiglia e mettetelo in una pentola con un litro d'acqua.
Scaldate e fare bollire fino a che si sia sciolto completamente.
Aggingere mezzo cucchiano di lecitina di soia.
Una volta raffreddato aggiungete 100 cc di olio di semi di girasole e mescolare affinchè si sia raggiunta la perfetta mescolazione tra il sapone e l'olio.
Il composto si presenterà come una crema, che può essere conservata ed utilizzata poco alla volta quando occorre.
Quando serve utilizzarla si diluisce questa crema nel rapporto di una parte in 10 di acqua.
Per il dosaggio tenete presente che la soluzione non deve essere troppo densa, altrimenti non uscirà dallo spruzzino, eventualmente potete diluirla con quel tanto di acqua che basta per renderla nebulizzabile.
Si mescola bene e quindi si può spruzzare.
Le operazioni possono essere ripetute 3 o 4 volte ad intervalli di una settimana.
Si userà poi il preparato per spruzzare le piante, anche ogni giorno, fino a che tutti i parassiti non saranno caduti.
Poi occorre attendere un mese circa e ripetere di nuovo se la cocciniglia insiste nella presenza.
FATE ATTENZIONE: effettuate questo trattamento SOLO quando necessario e di sera.
Infatti l'olio ed il sapone tendono ad uccidere anche gli insetti utili, come le api (che circolano di giorno e soprattutto che si posano sui fiori).
Quindi, non esagerate!
Consumate gli eventuali frutti, solo dopo 3 giorni dalla fine del trattamento.
sabato 31 maggio 2014
Far bene all'anima
Ieri ho saputo che l'azienda per cui lavoro sta affondando.
Ci lavora anche mio marito, il che rende tutto terribilmente critico e difficile.
Presto saremo senza lavoro e trovarne uno nuovo sarà difficilissimo visto il periodo di crisi.
E quando tutto è buio e non vedi luce, ricevere un messaggio da una persona che conosci solo sul web ma che pensa a te ed alle tue difficoltà, fa bene al cuore.
Grazie nonno marani.
Spray solare protettivo per capelli
Sono 3 estati che lo uso e 3 estati che i miei capelli non vengono più danneggiati dall'azione del sole e del mare.
Ingredienti:
Lecitina di soia 4gr
Olio di cocco 12gr
Olio sesamo 8gr
Olio di jojoba/macadamia/semi di lino 3gr
Olio di germe di grano 3gr
Olio extravergine di oliva 3gr
Burro di karite' 3gr
Acqua 42gr
Oli essenziali rosmarino e limone 16 gtt
Ingredienti opzionali:
Inulina 3gr
Proteine del grano 2gr
Conservante:
Cosgard 16 gocce
Sciogliere la lecitina nell'olio di cocco e aggiungere gli altri oli e il burro di karitè appena sciolto al microonde.
Scaldare l'acqua e sciogliere l'inulina e, appena fredda, aggiungere le proteine idrolizzate del grano (vanno bene anche quelle del latte o della seta e la fitocheratina).
Mettere 16 gocce di cosgard (se volete che l'olio duri più di un mese, altrimenti, potete evitare di metterlo. L'importante è che in un mese utilizziate l'olio).
Aggiungere gli oli essenziali.
Unire la lecitina e gli oli, e agitare forte.
Sempre ai fini di una buona conservazione, è utile misurare il ph con le cartine tornasole.
Portate dunque il ph intorno ai 4.5 utilizzando acido citrico (una punta) o una goccia di aceto di mele.
Per chi volesse, sono a disposizione per preparare oli personalizzati con essenze a vostra scelta e secondo le esigenze dei vostri capelli :-)
E sono sempre qui per un consiglio o per qualche delucidazione ^_^
venerdì 30 maggio 2014
Farfalle al salmone e curcuma

giovedì 29 maggio 2014
Balsamo corpo a risciacquo
O compratene una a basso costo, cercando di evitare che negli ingredienti vi siano derivati del petrolio, come paraffina, siliconi, come i peg, parabeni etc.
Mescolate bene.
Massaggiate bene e poi sciacquate.